sabato 13 luglio 2013

La guerra del XXI secolo


Abbiamo appreso qualche giorno fa dai giornali la notizia dell’autopsia sul corpo del magistrato Pietro D’Amico dal cui esito viene fuori che la sua scelta di recarsi in Svizzera, per avere la possibilità di sottoporsi alla pratica, illegale in Italia, del suicidio assistito, è stata basata su un presupposto falso, la diagnosi di un male incurabile e terminale. Il magistrato, lo rivela l’autopsia, non aveva alcun motivo medico per scegliere il suicidio assistito, quindi s’indagherà sulla perizia dei medici, italiani e svizzeri, che gli avevano diagnosticato il male inesistente.
Questa notizia, oltre ad alcune domande di natura medica che non sto qui a proporre perché non ho alcuna conoscenza nel campo, mi ha fatto subito pensare a un altro soggetto che gli “esperti” suggeriscono essere gravemente malato, affetto da patologie incurabili, gravissime, che lo costringono all’immobilità, fisica e mentale. “Esperti” in questo caso non sono i dottori in medicina, ma i membri della classe dirigente politica ed economica che tiene nelle mani il potere decisionale europeo e mondiale. Il malato, non malato, è ovviamente il nostro Paese, ma potrebbe anche essere la Grecia, come la Spagna e il Portogallo. Le patologie diagnosticate sono lo spread e il debito pubblico. E la malattia ci costringe a stare a guardare mentre crescono la disoccupazione e la povertà, aumentano disagio sociale e disperazione.
Un giorno, chissà quanto lontano, altri esperti ci racconteranno quanto è sbagliata questa diagnosi e, forse, anche quali fattori hanno portato gli “esperti” dei nostri giorni a credere e farci credere di essere malati incurabili inducendoci ad accettare passivamente il suicidio assistito, nelle forme in cui essi stessi ce lo somministrano quotidianamente.
Proviamo ad anticipare i tempi.
Lo spread è il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato di due Paesi, per i nostri si fa riferimento a quelli tedeschi. I titoli rendono di più se sono considerati più rischiosi, per cui lo spread in attivo ci dice soltanto che siamo più a rischio della Germania, in pratica la scoperta dell’acqua calda avrebbe potuto destare più scalpore, se quegli stessi “esperti” non avessero avuto il fine di controllare il governo del nostro Paese, mettendolo nelle mani del “fantoccio” Monti.
Tuttavia, il vero nodo della questione è il debito pubblico. Ebbene, questo sconosciuto è semplicemente l’ammontare complessivo dei soldi che l’Italia Paese ha preso in prestito e deve restituire. La domanda importante che dovremmo porci non è come, ma a chi? E la risposta semplice è che non si tratta di una persona precisa, non è una banca, non è un Paese estero, non è l’Europa, si tratta, invece di un insieme di soggetti che li vogliono indietro o, più realisticamente, non vogliono rischiare l’insolvenza del debito.
Gli “esperti” sono pedine dei creditori piazzate ad arte per riscuotere, o probabilmente a garanzia di quell’enorme debito. Le manovre immobilizzanti e devastanti sono finalizzate al mantenimento dello status quo, con l’obiettivo di estorcere il denaro dovuto ai cittadini dei Paesi indebitati, attingendo alle loro case (vedi IMU), alle loro retribuzioni (vedi IVA e cuneo fiscale), alle loro pensioni (vedi esodati ed età pensionabile), ai loro risparmi (vedrai, anzi vedremo come)…
Questa è la guerra del 21esimo secolo, quella per la riscossione del debito, con i governi fantoccio al posto dei cannoni, la cassa integrazione per la croce rossa, la disoccupazione per le trincee…
Spero che non bisognerà aspettare l’autopsia per scoprirlo.

(per l'originale vai su Qualcosa di Sinistra)

sabato 22 giugno 2013

Emergency vince una causa per diffamazione


Sui fatti di Lashkar-gah del 2010

Il Tribunale Ordinario di Milano, Prima Sezione Civile, con sentenza del 27 maggio 2013, ha condannato in primo grado, per diffamazione a mezzo stampa, commessa per le notizie false e offensive, non corrispondenti a verità e non sorrette da alcuna giustificazione, e pertanto gravemente lesive dell'onore, della reputazione, della dignità morale e professionale di Emergency e di Gino Strada:
 
  1. la Società Europea di Edizioni S.p.A.Vittorio Feltri e Fausto Biloslavo, in relazione all'articolo "Gli amici di Strada: confessione shock. Giallo in Afghanistan: i medici di Emergency avrebbero ammesso che preparavano agguati kamikaze", pubblicato su Il Giornale il 12 aprile 2010;
  2. la Società Europea di Edizioni S.p.A.Vittorio Feltri e Giancarlo Perna, in relazione all'articolo "Strada, il generale pacifista in guerra con l'occidente", pubblicato su Il Giornale il 13 aprile 2010;
  3. la Società Europea di Edizioni S.p.A.Vittorio Feltri e Giannantonio Micalessin, in relazione all'articolo "La banda sinistra dell'ingratitudine", pubblicato su Il Giornale il 20 aprile 2010;
 
disponendo la pubblicazione della sentenza, per estratto, su Il Giornale e su Il Corriere della Sera, a spese dei convenuti - la società editrice, il direttore e gli autori degli articoli -, e il pagamento delle spese processuali, previa compensazione per la metà, sempre a spese dei convenuti.

Per effetto di tale sentenza, immediatamente esecutiva, la Società Europea di Edizioni, Vittorio Feltri e Fausto Biloslavo dovranno complessivamente versare €63.000, oltre interessi, a Emergency. Allo stesso modo, la Società Europea di Edizioni, Vittorio Feltri, Giancarlo Perna e Giannantonio Micalessin dovranno complessivamente versare €46.000, oltre interessi, a Gino Strada, somma, quest'ultima, risultante dalla compensazione con il risarcimento del danno disposto, sempre dalla stessa sentenza, a favore della Società Europea di Edizioni S.p.A. per le espressioni ingiuriose utilizzate da Gino Strada in reazione agli articoli sopra citati.

I fatti oggetto della sentenza si riferiscono al fermo operato dai servizi segreti afgani, nell'aprile del 2010, in danno di Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, a seguito del ritrovamento di una scatola contenente armi ed esplosivo nell'ospedale di Emergency a Lashkar-gah, al rientro nella struttura dopo l'evacuazione disposta per un allarme bomba. Per tali presunti fatti i tre operatori di Emergency sono stati completamente scagionati. Negli articoli sopra citati, il Tribunale di Milano ha rinvenuto il contenuto diffamatorio nell'essere stati i medesimi formulati per (a) indurre l'idea che i collaboratori di Emergency avessero confessato di essere terroristi-kamikaze, con coinvolgimento, complicità e responsabilità di Emergency, e (b) offrire un'immagine di Gino Strada come persona autore di violente, ripetute e sistematiche aggressioni fisiche, compiute con violenza e in maniera vile, nei confronti di avversari isolati, ai tempi del movimento studentesco. 
 
Fin qui la verità dei fatti, ristabilita con le parole della sentenza, alla quale ci pare doveroso aggiungere qualche breve considerazione.

Non ci siamo mai sottratti al confronto, anche aspro e acceso, sui temi e sui valori che ispirano il nostro agire. Capita talvolta, però, di essere oggetto di critiche violente e capziose, del tutto gratuite e intollerabili. Lo sono non tanto per noi, quanto per il rispetto che pretendiamo nei confronti di tutti coloro che sostengono il nostro lavoro, quotidianamente, da anni. Per queste ragioni - e solo per queste - chiediamo alla giustizia di restituire la verità ai fatti. Per queste ragioni - e solo per queste - decidiamo di agire per ottenere tutela solamente in sede civile, e non anche in sede penale, nei confronti di chi si rende responsabile del reato di diffamazione verso Emergency, il suo personale, i suoi sostenitori.
 

sabato 15 giugno 2013

Soldi o Lavoro?

Ci hanno inculcato che per sta bene ci vuole il cellulare figo e macchina potente, ci hanno fatto vedere che chi ha il cellulare figo e la macchina potente sta in cima alla piramide sociale. Per il cellulare figo e la macchina potente ci vogliono i soldi, quindi ci hanno spiegato che la nostra vita è finalizzata a ottenere soldi in ogni modo possibile. Diventare ricchi è il sogno che si cela dietro le aspirazioni della maggior parte delle persone.

Se ci pensate bene questo ragionamento breve e sicuramente incompleto spiega il 99 per cento delle azioni umane.

Io credo che il benessere non sia figlio dei soldi e della ricchezza, ma si possa raggiungere solo nello svolgimento di un'attività finalizzata al raggiungimento della felicità, intesa come soddisfazione dei bisogni, collettiva e individuale allo stesso tempo. Questa attività è il Lavoro con la sua giusta retribuzione materiale e immateriale.




venerdì 14 giugno 2013

Sabbie (im)mobili


Hollywood insegna che, quando si finisce nelle sabbie mobili, dimenarsi serve solo ad affondare più velocemente, quindi ad avvicinare il momento della dipartita. L'unico modo per uscirne è avere un amico o un'amica muscoloso/a che, con l'aiuto di un oggetto adatto (bastone, fune...), ci tiri fuori salvandoci la vita.


L'Italia è sempre più in crisi e potrebbe uscirne solo con il lavoro e la sua giusta remunerazione. Tagli e tasse ci mandano sempre più giù, stare fermi a guardare allunga solo lo strazio. 

L'Italia è nelle sabbie mobili e questo "inciucio", questo "Monti-Bis" senza Monti, questo accordo collettivo dei poteri forti, stanno lottando (insieme) per accaparrarsi tutto il prendibile, costringendoci ad affondare sempre più velocemente.


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sabato 1 giugno 2013

Il partito che voglio!

Voglio un partito di sinistra senza se e senza ma,

voglio un partito comunista,

voglio un partito che stia sempre dalla parte dei più deboli,

voglio un partito che lavori per il bene comune,

voglio un partito che faccia del lavoro un impegno e non una semplice bandiera,

voglio un partito che metta il pubblico prima del privato,

voglio un partito che lasci spazio al privato solo nella misura in cui l'attività che svolge sia di interesse sociale

voglio che i membri di questo partito siano incorruttibili sia da fuori che da dentro e che siano sempre liberi di dire quello che pensano,

voglio un partito senza inciuci e senza dittatori,

voglio un partito in cui si discuta, si impari, si insegni la politica

voglio un partito che poggi su solidi ideali

voglio un partito in cui le idee, le proposte, le istanze... scaturiscano naturalmente da questi ideali...


Voglio un partito che oggi non c'è e che può sembrare solo un illusione irrealizzabile, ma se iniziamo a sognare e lavorare insieme possiamo costruire e sviluppare!



giovedì 23 maggio 2013

Il metodo FAQ, Casaleggio e l'emmecinqueesse


Il termine FAQ è un acronimo e deriva dall'inglese "Frequently Asked Questions" (domande ricorrenti). Le FAQ sono una raccolta delle domande più comuni su un determinato argomento e delle relative risposte. Le FAQ si scrivono perché si preferisce rispondere pubblicamente affinché non vengano poste troppo spesso. In questo modo, le persone meno esperte dell'argomento possono farsi una idea di base o anche solo trovare la risposta ad un problema urgente senza dover disturbare il webmaster. (liberamente ispirata a http://www.aliacom.it/faq.html)

Detto questo, vorrei segnalarvi due episodi legati all'emmecinqueesse (e si tratta di critica, quindi, caro grillino, puoi smettere di leggere e commentare accanito!).

Il primo risale a qualche giorno fa, quando, durante un comizio a 5 stelle, sta parlando Crimi e Grillo fa la parte dell'elettore incazzato e chiede a Crimi i motivi per cui non hanno fatto il Gorverno con il PD.
Questa possiamo definirla una gag-faq (e bravo Casaleggio!).

Il secondo episodio è più recente e necessita di un breve preambolo.
Sapete bene che sono state pubblicate le mail di alcuni loro parlamentari e, se non lo sapete, ve lo dico io, quello che emerge è il controllo contrattualizzato che ha Casaleggio sul settore comunicazione nel gruppo (si spera solo su quello!).
Per un movimento che si fonda sull'uno-vale-uno questa è una bomba a orologeria: sulle decisioni di Casaleggio non si può neanche discutere.
Tenete anche in considerazione il fatto che, sono pronto a scommetterci, la maggior parte dei lettori delle mail a 5 stelle sono proprio gli elettori a 5 stelle e Grillo e Casaleggio questa triste verità la conoscono bene.
Ed ecco che oggi se ne escono con la "lite interna" con comizio del solito (povero) Crimi, che non è neanche bravo a recitare!
Inscenando una discussione, in realtà si pongono una domanda virtuale:
sulla comunicazione decide solo Caseleggio?
E si (anzi ci) danno una risposta:
no, ci mancherebbe!
Questa la definirei una virtual-faq (e bravissimo Casaleggio, un po' meno Crimi che dovrebbe migliorare, gli consiglio un corso da Casalino).

lunedì 13 maggio 2013

Reddito minimo garantito?



Il mio (personalissimo) punto di vista è che sia la proposta più sbagliata per risolvere il problema lavoro, non perché non sia interessante vivere in un luogo dove a tutti è garantito l'accesso a un certo livello di reddito, ma per il semplice motivo che il lavoro serve ANCHE, non esclusivamente, per il reddito. Avere un reddito non è come avere un lavoro.


In altre parole, credo che bisognerebbe prima di tutto puntare sul lavoro per tutti, come dice la nostra Costituzione, in un secondo momento, bisognerebbe garantire un reddito minimo a tutti, che sostituisca (o integri) quello da lavoro, per chi un'occupazione non ce l'abbia (o ne abbia una poco remunerabile) per motivazioni che attengono esclusivamente alla sua persona e non per problemi strutturali, che non possono essere una giustificazione alla disoccupazione.